La chiusura dell’IperCoop di viale Toselli:
«decisione imposta, ci perdono soci e lavoratori»

La delusione e i rimpianti dei “soci senza terra”. La dirigenza di Coop Lombardia, ha ritenuto più importante l’aspetto del profitto – questa la valutazione – trascurando la partecipazione attiva dei soci nelle scelte di gestione. E nel frattempo sono nati due punti vendita a Parabiago e a Busto Arsizio. Chiude la Coop di viale Toselli e i soci vanno in trasferta. Con molti mal di pancia. Lunedì 4 giugno si è tenuta al Teatro Manzoni di Busto Arsizio l’assemblea separata di bilancio annuale Coop Lombardia. Purtroppo per i soci Coop di Legnano era la prima volta che l’assemblea si teneva fuori città. Ma i legnanesi sono stati costretti a questa trasferta per la semplice ragione che il punto vendita di Legnano è stato chiuso nel gennaio scorso. Una decisione mal digerita per una serie di motivi, che riguardano non solo l’impossibilità di fare la spesa e di accedere ai prodotti di marchio Coop. La Coop infatti ha sempre rappresentato da almeno 150 anni un metodo di consumo che nasceva, e nasce, dal bisogno e dalla solidarietà. Nel tempo questa filosofia si è affinata, coinvolgendo i consumatori nel campo del risparmio, nella cultura del cibo e nei valori delle diversità. L’attuale dirigenza Coop Lombardia, nella persona del suo presidente Daniele Ferré, ha fatto scelte importanti e molto valide circa il metodo di distribuzione, puntando sulla qualità dei prodotti come valore assoluto. Purtroppo per una serie di ragioni, tra le quali una forte competizione nella nostra area, il punto vendita legnanese non ha più avuto numericamente una clientela tale da garantire un profitto di mantenimento. Legnano ha sofferto in modo evidente, penalizzata soprattutto dalla infelice locazione al confine con il Comune di San Vittore, ma anche dalla chiusura dell’ospedale di Corso Sempione. La decisione di chiudere il punto vendita era nell’aria già dall’anno scorso, ma sembrava rinviabile. Infatti negli anni trascorsi abbiamo potuto verificare grandi miglioramenti gestionali da parte dei direttori che si sono avvicendati, oltre che rinnovata efficienza del personale e una migliore presentazione dei prodotti nella qualità e nella varietà. Capire e gestire le preferenze dei consumatori non spetta ai soci, ma ai responsabili del marketing. Abbiamo però verificato il venir meno dell’uso di sistemi di comunicazione pubblicitari, compreso i tanto disprezzati e invadenti volantini che riempiono le cassette della posta: insomma si è fatto poco o nulla per far conoscere le numerose offerte e le iniziative commerciali e culturali a favore di consumatori attenti. Tra noi soci è apparso evidente che eravamo in presenza di un disegno prestabilito, che prevedeva la chiusura dell’Ipercoop di viale Toselli. Ma, fosse anche stato studiato e valutato il proposito, quello che non va è il metodo poco rispettoso che la dirigenza...

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Contratto Lega-M5S e politica da “ri-animare”
Padre Costa: interessi di parte senza bene comune

Il direttore della rivista “Aggiornamenti sociali” di Milano si concentra sull’accordo intervenuto tra Salvini e Di Maio per dar vita all’esecutivo gialloverde. “È la versione ministeriale del ‘vaffa’ grillino”. Pagine severe quelle del gesuita (“spartizione per gratificare gli elettori”), che non risparmia stoccate agli altri partiti e leade. “Più che un progetto comune, l’accordo sembra riguardare la spartizione delle sfere di influenza, in modo che ciascuno possa portarsi a casa un risultato che gli permette di gratificare i propri elettori”: lo scrive padre Giacomo Costa, direttore della rivista “Aggiornamenti sociali”, nell’editoriale del nuovo numero (giugno-luglio 2018) dal titolo “Il vero ‘cambio epocale’? Ri-animare la nostra politica”. Al centro dell’attenzione compare il “Contratto per il governo di cambiamento” elaborato da Movimento 5 Stelle e Lega che, secondo l’autore, “rappresenta un condensato della cultura politica oggi prevalente”. Per Costa l’accordo gialloverde comprende sette “snodi” della politica nazionale emersi a partire dall’avvento di Silvio Berlusconi e portati al successo anche da Matteo Renzi: la politica spettacolo (“i politici si trasformano in star mediatiche, all’inseguimento di un consenso che assume i connotati del gradimento in termini di audience, puntando quindi a piacere, affascinare e sedurre assai più che a proporre idee per il futuro del Paese”), il riduzionismo anti-intellettualistico, la fine delle ideologie, l’efficacia senza etica, l’insofferenza per il dissenso e i corpi intermedi, la politica “senza verità”, la tentazione dell’autoreferenzialità. Costa annota: “il cambiamento a cui è intitolato il contratto è la versione ‘ministeriale’ del ‘vaffa’ grillino (e per nulla alieno alla tradizione leghista), ma ha molto da spartire anche con il giovanilismo della rottamazione di Renzi, a cui i due attuali leader sono accomunati anche dal punto di vista generazionale”. L’editoriale parla di “svalorizzazione” della politica. Aggiunge: “L’impressione è che proprio la composizione degli interessi sia il criterio che ha guidato la stesura del Contratto. Non c’è una reale mediazione e quindi nessuna autentica integrazione dei punti di vista dei due contraenti, per cui resta irrisolta la questione di come si concilia la drastica riduzione del carico fiscale (la flat tax leghista) con una serie di misure, anche di welfare, che non possono che far lievitare la spesa pubblica (a partire dal reddito di cittadinanza a 5 stelle)”. Interessi senza valori? Posizioni predefinite senza confronto/dibattito? Al n. 1 del Contratto è “sancito l’impegno ‘a non mettere in minoranza l’altra parte in questioni che per essa sono di fondamentale importanza’. Non è un caso allora – osserva il gesuita – che sulle questioni eticamente sensibili (fine vita, Dat, ecc.), rispetto alle quali è inevitabile un autentico lavoro di mediazione se le posizioni di partenza sono molto lontane, non ci sia nemmeno una parola”. La parte finale del testo rimanda all’urgenza di “ri-animare”...

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In ricordo di Ivano

In ricordo di Ivano

Un anno fa, il 7 agosto 2017, ci lasciava l’amico Ivano Bressan. Il suo ricordo resta vivo, la sua figura, limpida e discreta, profonda e generosa, mantiene tutta la sua freschezza. Noi di Polis abbiamo con Ivano un debito di riconoscenza per quanto ci ha dato sul fronte della ricchezza umana, della passione culturale e civile, dell’impegno democratico. Caro Ivano, sei sempre con noi. ASSOCIAZIONE...

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Polis ricorda Filippo Dipalma
Tra i sostenitori dell’associazione,
era stato il primo direttore della rivista “Polis Legnano”

L’Associazione culturale e politica Polis ricorda l’amico Filippo Dipalma, tra i primi sostenitori e attivisti dell’associazione e primo direttore responsabile della rivista “Polis Legnano”. Con lui, scomparso il 18 luglio, viene a mancare un insegnante apprezzato, una persona appassionata del bene pubblico, una vivace ed esemplare figura della Chiesa cittadina. Presente nella parrocchia San Pietro in Canazza per lunghi anni (in particolare nel gruppo liturgico), fu tra i fondatori del Gruppo sociale Canazza negli anni Settanta, poi consigliere circoscrizionale della lista Indipendenti Oltresempione. Filippo Dipalma è stato anche una delle “colonne” della redazione legnanese del settimanale cattolico “Luce”. In Polis si era subito fatto carico della guida della rivista associativa, apparsa esattamente 30 anni fa. Il suo primo articolo, intitolato “Mazzafame: il quartiere del cigno” (“Polis Legnano”, 2/1988), conferma – riletto oggi – la sua attenzione al territorio e al vissuto della comunità civile legnanese. Nell’esprimere sincere condoglianze alla famiglia di Filippo, lo ricordiamo con grande affetto e stima infinita. Ciao...

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È trascorso un anno dalle elezioni comunali:
Legnano, come stai? E chi ti comanda oggi?

Il nuovo governo Lega-Cinquestelle è al lavoro sotto la guida di Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Il “contratto” (anziché il programma) siglato dai due movimenti alla prova della politica, fra promesse elettorali da mantenere e conti pubblici da controllare. Senza trascurare le spinte populiste, gli interessi localistici, gli impegni europei e internazionali da soddisfare… La rivista Polis Legnano propone l’analisi di padre Costa, gesuita, direttore della rivista “Aggiornamenti sociali”. Nel frattempo a Legnano la Giunta Lega-Destra ha svoltato la boa dei dodici mesi di amministrazione: l’editoriale (allegato), intitolato “È trascorso un anno dalle elezioni comunali: Legnano, come stai? E chi ti comanda oggi?”, e un articolo dal titolo “Sindaco Fratus: un anno a Palazzo Malinverni. Successi, qualche ostacolo e nodi da sciogliere” valutano la situazione in città. Dove continua a rimanere sulle prime pagine la questione della nuova biblioteca: nel numero della rivista in distribuzione in questi giorni vengono messe a confronto le posizioni dell’assessore alle Opere pubbliche Laura Venturini e quella del Comitato “Biblioteca Sì, sprechi No”. Gli argomenti di interesse locale abbondano: un articolo ipotizza che nell’area ex-Gianazza, lungo viale Cadorna, possa arrivare un grande centro commerciale, con i relativi problemi di traffico; a Cerro Maggiore – e dintorni – torna invece a far paura la discarica, che potrebbe riaprire. Altri “pezzi” riguardano la situazione degli immigrati e la chiusura dell’IperCoop di viale Toselli. Il bioeticista Picozzi firma l’articolo intitolato “La vicenda di Alfie Evans, l’eutanasia, le Dat: cosa succede quando la vita interroga la vita?”. E poi tante letture su politica, giovani, Chiesa,...

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Sindaco Fratus: un anno a Palazzo Malinverni

Successi, qualche ostacolo e nodi da sciogliere Cosa è accaduto in Comune e in città dalla fine di giugno 2017, quando il centrodestra ha assunto la guida di Legnano? Non è ancora tempo per tracciare bilancio dell’azione della Giunta, ma si possono ripercorre questi mesi alla ricerca di vere o presunte “discontinuità”. Anche con uno sguardo agli assessori (un cambio in Giunta sembra imminente) e uno ai consiglieri «Far capire alla gente che l’amministrazione è cambiata»: ha appena giurato da sindaco Gianbattista Fratus e, il 27 giugno 2017, indica la discontinuità quale stella polare. Detto fatto: le comunicazioni dal Palazzo rendicontano puntuali ogni operazione della Polizia locale. L’argomento sicurezza è stato la chiave per riaprire al centrodestra le porte del municipio, l’argomento sicurezza comincia un’opera di blindatura che continua oggi. Ma se Legnano è sugli scudi per il primo Daspo urbano in Italia verso un nigeriano reo di accattonaggio molesto, Fratus zoppica per formare la giunta. Un mese dura il braccio di ferro per il terzo assessore donna in quota Forza Italia. E non è questione di sesso debole, piuttosto di assessori forti: la Lega Nord non vuole in giunta, magari alle Partecipate, quella Chiara Lazzarini cui la Procura di Busto Arsizio ha appena notificato, insieme con tutti gli ex amministratori di Amga, un decreto penale (15mila euro di multa per false comunicazioni sul bilancio 2012; il tutto finito di recente nel nulla per prescrizione dei termini). A un mese dal voto Fratus nominerà Laura Venturini (Forza Italia) alle Opere pubbliche, Gianluca Alpoggio (il leghista più contrario a Lazzarini) all’Assetto e gestione del territorio tenendo per sé le Partecipate. Amga prima grana Partecipate, Amga in testa, che significano grane: lo si capisce quando il Movimento 5 Stelle consegna a Fratus un dossier di accuse anonime su assunzioni pilotate e profumate consulenze nell’ex municipalizzata. L’esame è lungo; ci pensa una disastrosa conferenza stampa di fine anno a far saltare il banco. Le dichiarazioni del sindaco portano alle dimissioni del presidente Gianni Geroldi e del CdA. I soci di minoranza della SpA sono contro Legnano; la tensione sale dopo le nomine del board il 26 febbraio 2018. A Catry Ostinelli, presidente designata da Legnano e sponsorizzata dal tandem Cozzi-Lazzarini, riesce il miracolo al contrario: dalla nomina al momento in cui stendiamo queste note (1 luglio) è apparsa sui media ai cittadini una volta per commentare in sei righe il bilancio 2017. Nel frattempo procede l’iter per l’impianto Forsu, il teleriscaldamento aspetta, è stato varato un secondo piano di salvataggio per Amga Sport. Bilancio senza clamori Maurizio Cozzi, per 15 anni ai rubinetti del Palazzo, è tornato dopo un lustro. Smaltite le polemiche sulla consistenza della quota di avanzo per investimenti, Cozzi...

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Contratto Lega-M5S e la politica da “ri-animare”

“Più che un progetto comune, l’accordo sembra riguardare la spartizione delle sfere di influenza, in modo che ciascuno possa portarsi a casa un risultato che gli permette di gratificare i propri elettori”: lo scrive padre Giacomo Costa, direttore della rivista “Aggiornamenti sociali”, nell’editoriale del nuovo numero (giugno-luglio 2018) dal titolo “Il vero ‘cambio epocale’? Ri-animare la nostra politica”. Al centro dell’attenzione compare il “Contratto per il governo di cambiamento” elaborato da Movimento 5 Stelle e Lega che, secondo l’autore, “rappresenta un condensato della cultura politica oggi prevalente”. Per Costa l’accordo gialloverde comprende sette “snodi” della politica nazionale emersi a partire dall’avvento di Silvio Berlusconi e portati al successo anche da Matteo Renzi: la politica spettacolo, il riduzionismo anti-intellettualistico, la fine delle ideologie, l’efficacia senza etica, l’insofferenza per il dissenso e i corpi intermedi, la politica “senza verità”, la tentazione dell’autoreferenzialità. Costa annota: “il cambiamento a cui è intitolato il contratto è la versione ‘ministeriale’ del ‘vaffa’ grillino (e per nulla alieno alla tradizione leghista), ma ha molto da spartire anche con il giovanilismo della rottamazione di Renzi, a cui i due attuali leader sono accomunati anche dal punto di vista generazionale”. L’editoriale parla di “svalorizzazione” della politica. Aggiunge: “L’impressione è che proprio la composizione degli interessi sia il criterio che ha guidato la stesura del Contratto. Non c’è una reale mediazione e quindi nessuna autentica integrazione dei punti di vista dei due contraenti, per cui resta irrisolta la questione di come si concilia la drastica riduzione del carico fiscale (la flat tax leghista) con una serie di misure, anche di welfare, che non possono che far lievitare la spesa pubblica (a partire dal reddito di cittadinanza a 5 stelle)”. La parte finale del testo rimanda all’urgenza di “ri-animare” la politica, senza rimpianti per il passato, sostenendo semmai “la capacità della coscienza delle persone di riconoscere il bene e di esserne attratta”, capacità che “non si è spenta definitivamente”. Il che richiede “il lavoro culturale di narrare il bene” e un secondo “filone”, quello “dell’impegno diretto, della mobilitazione concreta e attiva per la tutela della dignità e dei diritti di tutti, su cui occorrerà probabilmente fare un passo in...

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