Posts made in giugno, 2016

«Questa Repubblica italiana siamo noi, è l’Italia»: settant’anni di fragile solidità

Una fragile solidità: quest’ossimoro sembra essere un’espressione corretta per la nostra settantenne Repubblica, ma potremmo anche usarne altri, come una “una ricca povera” o “una giovane anziana” e via dicendo, magari invertendo tra loro i termini. Si tratta di ricorsi retorici che celano però profonde verità storiche su come la Repubblica ha avuto i natali e su come si è sviluppata in questo settantennio. Potremmo discuterne a lungo e sarebbe bello poterlo fare invece di perdere tempo a seguire gli sterili battibecchi della nostra classe politica. Nel 1946, appena usciti da un ventennio di retorica patriottica e guerresca, oltre che un militarismo ciarliero e impotente, gli italiani e le italiane desideravano una concretezza che rispondesse ai bisogni del tempo e agli stomaci vuoti, ma che non rinnegasse le grandi passioni di quanti – una parte, certo, della popolazione – stava ancora lottando per un sistema politico di giustizia e di libertà. Né spirito eroico né retorico Molte testimonianze coeve sono dunque concordi nell’indicare la mancanza di ogni spi-rito eroico e retorico nella nascita della Repubblica. Anzi, a prevalere sembrava essere un carattere dimesso, quasi che i repubblicani avessero paura di vincere e di manifestare la propria soddisfazione. Era questa, forse, una garanzia di maggiore durata. Scriveva per esempio Corrado Alvaro che «la Repubblica è nata dimessamente. È forse la prima volta che un regime italiano nasce all’italiana, senza eroici furori, senza deliri di grandezza. La Repubblica italiana è nata come una creatura povera, com’è povero il paese; assistito da parenti poveri». E un altro uomo, che di lì a poco avrebbe giocato un ruolo importante nella stesura della Costituzione, Pietro Calamandrei, rincarava la dose, spiegando che non era «mai accaduto nella storia, che una Repubblica si sia fatta con paziente lentezza e con il re sul trono», aggiungendo: «Ecco la nostra Repubblica: non improvvisata, non balzata su in un giorno di torbida passione: Repubblica voluta, meditata, paziente, ragionata […] destinata a durare secoli». Un altro grande del tempo, Ignazio Silone, ammetteva: «Più di uno è sinceramente costernato per la sobrietà, la semplicità, la prosaicità delle parole che hanno salutato la nascita della prima Repubblica Italiana». Insomma: la grande festa, almeno al centro-nord. era stata quella del 25 aprile e della fine della guerra, più che il 2 giugno, anche per la drammatica lentezza nell’ufficializzazione dei risultati del referendum e per le prime delusioni che andavano affiorando tra gli italiani (a sud, l’Uomo Qualunque di Giannini aveva iniziato la sua rapidissima parabola ascendente). Quindi: fastidio per la retorica e necessità impellenti, ma pure difficoltà nel riallacciarsi a qualche precedente storico gradito. Per i cattolici “repubblica” era addirittura una parola quasi blasfema, perché rimandava alla rivoluzione francese o a quella sovietica...

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Bilancio comunale, migranti a Legnano e Dario Fo nel nuovo numero della rivista Polis Legnano

«La Prima (e unica finora) Repubblica italiana ha retto. Essa ha superato come durata lo Stato liberale (62 anni dal 1861 al 1922), ha surclassato il regime fascista (21 anni dal 1922 al 1943). Nessuno contesta oggi la forma repubblicana, anche se ci si accapiglia sulle strutture costituzionali portanti e sulle modalità dell’esercizio del potere politico, oltre che sul progetto riformatore di Matteo Renzi». Lo scrive Giorgio Vecchio nell’editoriale del nuovo numero della rivista Polis Legnano (in distribuzione da questa settimana), riflettendo sui 70 anni della Repubblica, che in città vengono celebrati con due iniziative il 15 e il 30 giugno. I temi politici nazionali e internazionali solcano altre pagine della rivista: il prossimo referendum costituzionale, il nodo-migranti, il referendum britannico del 23 giugno sulla permanenza o meno del Regno Unito nell’Unione europea. La politica locale prende diverse altre pagine tra bilancio e investimenti, bilancio partecipativo, il nuovo portale per mettere in rete il volontariato. Per i suoi 90 anni il Premio Nobel Dario Fo si racconta, a partire dagli anni della gioventù a Porto Valtravaglia fino a Canzonissima, alla censura Rai, all’invenzione del grammelot. E poi, assieme alla sua Franca, il più alto riconoscimento della giuria di Stoccolma. Ancora un articolo su arte e cultura: la versione italiana dell’inno della Gmg (Giornata mondiale della gioventù), che risuonerà a Cracovia a fine luglio, si deve al coro milanese “Shekinah”. L’inno è stato registrato a Saronno: vi hanno partecipato 5 giovani di Legnano e...

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Tra ballottaggi e referendum: “IL METODO RENZI” fenomeno politico alla prova

Comunicazione, immagine, leadership: sono i “punti forti” sui quali ha puntato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, raggiungendo la guida del suo partito e l’incarico di governo. Renzi – secondo molti – ha cambiato la politica italiana: in meno di cinque anni ha “rottamato” una classe dirigente e ha raggiunto la poltrona più alta di Palazzo Chigi. «Il metodo Renzi è caratterizzato – secondo Alberto Galimberti – da comunicazione pop, linguaggio ad alto tasso emotivo, immagine di politico “normale” alimentata a colpi di selfie, retorica da sindaco anticasta, stile obamiano, leadership carismatica». Ma come si compone il mosaico del “renzismo”? Quali i pregi e quali i limiti, i meriti e le zone opache? Il giovane leader riuscirà a infrangere la barriera tra cittadini e “palazzo”? Quali le sfide che lo attendono? Ne parliamo con ALBERTO GALIMBERTI giornalista, autore del volume (appena presentato alla Camera dei deputati) Il metodo Renzi. Comunicazione, immagine e leadership Giovedì 9 giugno, ore 21.00 presso SPAZIO INCONTRO CANAZZA, via Colombes 69 –...

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