Un anno fa, al ballottaggio del 4-5 ottobre 2020 per la scelta del sindaco di Legnano, gli elettori assegnavano a Lorenzo Radice (centrosinistra) 11.974 voti (54%), e a Carolina Toia (centrodestra) 10.173 voti (46%). Veniva di fatto ribaltato il risultato del primo turno, che aveva visto avanti la coalizione che sosteneva la Toia e a seguire quella dalla parte di Radice. Distaccati, sempre al primo turno, di parecchie misure gli altri candidati sindaco: Brumana, lista civica, 11,8%; Franco Colombo, lista civica, 5,9%; quindi Rigamonti (5Stelle), Rogora (Verdi), Bertolini (Sinistra). Si concludeva così una campagna elettorale lunga quasi un anno, seguita a eventi politici traumatici per la città: l’implosione della maggioranza di centrodestra (inverno-primavera 2019), arresto di sindaco Fratus e assessori Cozzi e Lazzarini (maggio 2019). Poi l’amministrazione affidata a un commissario prefettizio, con – di fatto – una città in stand by. In un anno sono successe parecchie cose. La maggioranza consiliare e la giunta Radice si sono messe all’opera, con – a noi pare così – discreti risultati amministrativi, la definizione e l’avvio di molti progetti, un buon credito guadagnato sul campo, un rinnovato rapporto di credibilità presso la cittadinanza, così pure presso i “mondi vitali” legnanesi, chi fa impresa, chi opera nel volontariato e nel sociale. Tanto resta da fare rispetto a quanto scritto nel programma elettorale: anche per questo il mandato dura cinque anni. Sul versante delle opposizioni s’è invece dovuto purtroppo registrare un atteggiamento “contro”. Scarso rispetto verso l’istituzione (chi segue i consigli comunali lo può ben attestare) e verso i dipendenti comunali. E poi iniziative esplicitamente o implicitamente condotte a tagliare la strada alle associazioni, al volontariato, alle parrocchie, al palio… (basti pensare all’assegnazione dei contributi comunali). Certo, occorre fare le debite distinzioni. L’opposizione di Franco Brumana (Movimento dei cittadini), per quanto inflessibile, è sempre stata argomentata e rispettosa dell’istituzione-Comune. Non così si può dire dei rappresentanti di Lista Toia, Lega e Forza Italia, che hanno dimostrato modesta preparazione amministrativa, uscite improvvisate (generate magari da qualche segnalazione su Facebook), modesta capacità di articolare propri e alternativi progetti per la città. Una coalizione, quella di centrodestra, che non ha ancora tirato le somme degli avvenimenti del 2019 né si è discostata dal passato (non a caso alcuni esponenti della giunta Fratus pontificano ancora dagli scranni del consiglio comunale come se nulla fosse accaduto…). Nel frattempo a destra è venuta meno la spinta “civica”, tanto sbandierata in campagna elettorale: la “civica” Toia ora è capogruppo della Lega; Franco Colombo, che aveva fondato la lista “Franco Colombo sindaco”, è passato alle fila di Fratelli d’Italia. D’altro canto si sono eclissati – o non se ne hanno notizie – altri candidati sindaco e forze che avevano corso per...