Riccardo Olgiati, un anno a MontecitorioRoma, l’Europa e un occhio sulla città

Il Movimento 5 Stelle, la collaborazione governativa con la Lega, il lavoro in commissione affari esteri. Il giovane deputato si racconta a Polis Legnano. “La precedente esperienza nel Consiglio comunale si sta rivelando molto utile”. L’impegno sul caso-Fratus: “la maggioranza non esiste più”

 

“È un’esperienza umana coinvolgente, bellissima, davvero interessante. Sto imparando molto, anche grazie al contatto quotidiano con esponenti politici di rilievo nazionale. In fondo si tratta di un’avventura che capita una volta nella vita…”. Riccardo Olgiati, 36 anni, da 7 attivista del Movimento Cinque Stelle, un anno fa diventava deputato. Dalle elezioni del 4 marzo 2018 ne è passata di acqua sotto i ponti e ora, per la rivista Polis Legnano, Olgiati traccia un primo bilancio di questi mesi tra Montecitorio e Legnano, dove risiede con la famiglia.

 

Un anno impegnativo, a partire dalla formazione del governo giallo-verde, l’attuazione del “contratto” di governo e tante altre novità sopraggiunte. Non è vero?

In effetti dopo il successo elettorale abbiamo avuto la lunga fase di gestazione del governo e poi questa situazione particolare di convergenza con la Lega. Passato un primo periodo di rodaggio, abbiamo avviato le riforme contenute nell’accordo di governo. Abbiamo anche dovuto ingoiare qualche rospo, nel senso che stare in una coalizione comprende la necessità di mediazioni. Ma di certo non era più il momento di stare all’opposizione, avevamo diversi obiettivi da raggiungere. Ora la collaborazione tra Lega e Cinque Stelle funziona e i nostri programmi sono in marcia.

 

Ci racconti qualche aspetto più “personale” di questa esperienza. Del resto non è da tutti passare dai banchi del Consiglio comunale di Legnano agli scranni della Camera…

La prima sottolineatura che farei è che è necessario studiare e impegnarsi molto per svolgere il ruolo di deputato. Ho ripreso in mano i libri, approfondisco le materie che sono di mia diretta competenza come membro della commissione parlamentare affari esteri e comunitari: fra questi la geopolitica, l’Unione europea, gli scenari internazionali. Direi che la precedente esperienza nel Consiglio comunale si sta rivelando molto utile. Altrettanto importante è ascoltare persone esperte: ricordo che una delle prime sedute di commissione avevo davanti personaggi come Laura Boldrini e Piero Fassino: ebbene, la preparazione conta!

 

Torniamo al governo. Un suo giudizio sul primo anno? Risultati? Obiettivi ancora da centrare?

Direi che molto è stato realizzato. Il Reddito di cittadinanza, che era un punto fondamentale del Movimento Cinque Stelle, è ormai avviato. Ne beneficeranno milioni di persone che vivono in povertà o che sono rimaste indietro per qualche motivo. E la povertà non è tollerabile in un Paese moderno. Si tratta però di monitorare che tutto funzioni al meglio. La Lega all’inizio era piuttosto scettica su questo provvedimento, ma poi le divergenze si sono appianate. Tra gli altri impegni che ci eravamo assunti con gli elettori e che stanno facendo passi avanti ricorderei la riforma delle pensioni con “quota cento”, la flat tax, il taglio del cuneo fiscale che è ormai impostato. Alcune di queste misure sono costose, e qui la Commissione europea ci ha fatto le pulci. Ma nel complesso abbiamo mandato avanti riforme promesse e necessarie senza perdere di vista l’equilibrio dei conti pubblici.

 

A Legnano governa una maggioranza Lega-Forza Italia, diversa da quella di Roma. Di recente la maggioranza si è divisa, si sono dimessi tre consiglieri leghisti, due assessori sono stati “licenziati”. Sia lei che il consigliere pentastellato Grattarola vi siete battuti parecchio in questo frangente…

Riconosco che siamo in una situazione particolare, alleati in sede nazionale, divisi a Legnano. Ma eravamo all’opposizione a Legnano e ci restiamo. Specialmente dopo quanto accaduto nelle ultime settimane. La maggioranza politica non c’è più, anche se qualche provvedimento stiracchiato tiene in piedi la giunta. Bisogna ridare la parola ai cittadini legnanesi.

 

E i suoi rapporti con Fratus?

Direi che finora erano stati buoni. Cerco di seguire i problemi locali e il sindaco non può che essere un punto di riferimento. Abbiamo avuto una collaborazione schietta sulle questioni del territorio, a partire dalla Tosi. Personalmente sto seguendo la questione Franco Tosi dai tempi in cui sedevo tra i banchi di opposizione del Consiglio comunale di Legnano, non mi sono mai arreso all’idea che questo pezzo di storia della città e di tutto il territorio possa chiudere definitivamente.

 

Altri temi legnanesi?

In primo piano vedo la faccenda del trasporto ferroviario con i progetti attorno al terzo binario, e l’Accam: si tratta di verificare le prospettive attorno alla chiusura degli inceneritori e al contempo evitare il fallimento di Accam con le ricadute sui comuni-soci. E poi c’è la discarica di Cerro Maggiore, della quale era stata paventata la riapertura. Ma qui abbiamo visto la posizione contraria, e concorde, dei sindaci di Rescaldina e di Cerro. La questione è seguita in prima persona dal ministro dell’ambiente Sergio Costa.

 

Sulla biblioteca la posizione dei 5 Stelle locali non procede di pari passo con le minoranze consiliari e con i cinquemila cittadini che hanno firmato una petizione contraria alle intenzioni della Giunta Fratus. Lei da che parte sta?

Ritengo, come tutti in città, che Legnano abbia certamente bisogno di una nuova biblioteca. Quella storica che abbiamo non è più adatta alle esigenze dei cittadini. Sul progetto avanzato dall’Amministrazione comunale io penso che si tratti di una buona soluzione, con il trasferimento della biblioteca stessa in una bella e nuova sede, che comprenda inoltre un centro polifunzionale utile. C’è poi il valore aggiunto della posizione centrale, vicino alla piazza, alle scuole. Certo, ci sarà un consumo di verde pubblico, ma occorre, come sempre, misurare i pro e i contro di una decisione politica. Dunque io sono favorevole al progetto. Però il progetto della biblioteca è stato portato avanti da questa giunta che non ha più diritto a governare la città. Staremo a vedere come procedono le cose…

 

La commissione di cui fa parte alla Camera dei deputati si occupa anche di Unione europea. Tra poche settimane, il 26 maggio, andremo alle urne per rinnovare la composizione del Parlamento Ue. Qual è la sua posizione a proposito di Europa comunitaria?

Mi pare evidente che l’Europa di oggi così com’è non funziona, ci sono problemi di governance. E chi oggi difende l’Unione europea in realtà osteggia una vera integrazione europea. Si tratta di una istituzione sovranazionale importante e per questo bisogna entrare e cambiarla dall’interno. Alcune regole vanno riviste: ad esempio dev’essere abolito il voto all’unanimità in sede di Consiglio; occorrono politiche fiscali e commerciali volte alla costruzione di un mercato interno equilibrato e funzionante; bisogna aumentare i poteri della Banca centrale europea per renderla un vero organismo di controllo finanziario sul modello della Federal Reserve americana.

 

Giovani e politica: purtroppo il rapporto è difficile. La politica non sembra porsi in ascolto delle nuove generazioni e spesso adulti e anziani bloccano la strada all’ingresso di giovani nelle istituzioni. Dal canto loro gli under30 sembrano avere altri interessi prioritari. Lei ha iniziato a fare politica poco prima dei 30 anni. Ha un messaggio da condividere tramite Polis Legnano?

Devo anzitutto riconoscere che io stesso sono stato a lungo lontano dalla politica. Ma poi ho compreso che ciò che si decide nei “palazzi” influenza la nostra vita di ogni giorno. Questo è il motivo principale per il quale i giovani, e ogni cittadino, dovrebbe in qualche modo interessarsi alla politica, a partire da quella della propria città. Arriviamo da decenni in cui la politica ha dato il peggio di sé. È arrivato il momento in cui ognuno deve comprendere che se anche noi non ci interessiamo di politica, la politica si occupa di noi. Non possiamo lasciare la nostra esistenza in mano ad altri. Ci sono vari modi di avvicinarsi alla politica: ad esempio io ritengo che l’educazione civica debba essere insegnata nelle scuole. E un’ultima parola: in vista delle elezioni del 26 maggio invito i giovani a votare. È importantissimo.

 

Gianni Borsa