Legnano, il Sindaco Accorsi e le città per la pace
Il 5 maggio una serata dell’associazione Polis

La pace e le città: un binomio che in queste settimane in cui la televisione ci porta in casa le drammatiche immagini dei centri abitati dell’Ucraina distrutti dalle bombe può sembrare anacronistico. Eppure c’è stata un’epoca in cui alcuni “profeti” hanno lavorato per costruire la pace nel mondo creando “gemellaggi” tra le città. Tra questi, l’allora sindaco di Legnano Luigi Accorsi e Giorgio La Pira, lo storico sindaco di Firenze. A fare memoria di un’epoca in cu Legnano fu una delle principali fautrici in Italia di più stretti legami tra le città del mondo, quale base e strumento di una pace costruita dal basso, è un saggio dello storico Massimo De Giuseppe contenuto nel volume “Questioni sociali, vissuto religioso, proiezioni politiche”, pubblicato dalla editrice Ave di Roma per l’Istituto per la Storia dell’Azione Cattolica e del Movimento Cattolico in Italia Paolo VI. L’opera è curata dallo stesso De Giuseppe e dal collega Paolo Trionfini e il saggio si aggiunge ad altri sedici contributi scritti per onorare il lungo percorso professionale dello storico legnanese Giorgio Vecchio. La parte dedicata ai gemellaggi e al ruolo di Legnano sarà al centro di un incontro in programma giovedì 5 maggio 2022, alle ore 21, nella sala conferenze del Palazzo Leone da Perego. Saranno presenti Massimo De Giuseppe e Paolo Trionfini, oltre al professor Giorgio Vecchio e al nipote Andrea del sindaco Accorsi. L’iniziativa è una proposta culturale dell’associazione Polis. L’accurato lavoro di ricerca di De Giuseppe fa emergere il prezioso ed inedito ruolo svolto dall’ingegner Luigi Accorsi (1906-1976) negli anni in cui ricoprì la carica di primo cittadino, dal 1961 al 1975, caratterizzati da un fitto scambio epistolare con Giorgio La Pira, sindaco di Firenze. Oggetto delle missive il comune lavoro all’interno della Federazione mondiale delle città gemellate, fondata nel 1957, di cui La Pira assunse ben presto la presidenza. Legnano divenne sede della segreteria nazionale della Federazione e Accorsi si assunse il delicato compito di mediare tra le diverse sensibilità presenti al suo interno e nei rapporti con la politica nazionale. Uno dei principali ostacoli con cui i due sindaci dovettero scontrarsi fu l’apertura della Federazione a città appartenenti al blocco comunista. Erano gli anni della guerra fredda e per molti era impensabile superare le differenze ideologiche che allora dividevano il mondo. Accorsi fu eletto sindaco nel gennaio 1961 e uno dei suoi primi atti fu di avviare un esperimento di gemellaggio con la francese Colombes, situata nel dipartimento dell’Hauts-de Seine dell’Ile de France parigina. L’iniziativa volle caratterizzarsi “favorendo scambi di soggiorni per giovani nelle colonie estive e nelle famiglie, nonché alla comune partecipazione a esposizioni artistiche, incontri sportivi, incontri tra associazioni, viaggi di studio, e così via”. Grazie al suo impegno,...

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Politica e amministrazione a Legnano:
progetti, risorse e impegni da mantenere

Il Pnrr, i fondi europei, la città vivibile. L’accoglienza dei profughi ucraini. Le lunghe ricadute della pandemia. Ma anche le Consulte, i giovani, la Fondazione Palio, la ripresa delle attività culturali e di volontariato. A un anno e mezzo dall’insediamento della nuova Giunta tentiamo un primo bilancio. Con un occhio a maggioranza e minoranze consiliari Un anno e mezzo è trascorso dalle elezioni comunali che hanno portato alla guida di Legnano il sindaco Lorenzo Radice e la sua maggioranza composta da Pd e due liste civiche (Insieme per Legnano–Legnano popolare e riLegnano). Un periodo segnato dalla ripresa politica in città dopo le note vicende della Giunta Fratus e le conseguenze – sanitarie, sociali, economiche – della pandemia, che ha segnato in profondità anche Legnano. Tentiamo qui un primo bilancio del lavoro svolto dalla maggioranza e una lettura del ruolo delle minoranze. I progetti e le risorse Partendo dall’amministrazione, quello che in campagna elettorale suonava come un proposito condiviso da tutti i candidati sindaco, ossia la ricerca di ogni possibile occasione di finanziamento attraverso i bandi, ha incrociato una traiettoria storica quanto mai propizia. Gli oltre 20 milioni di euro che l’amministrazione legnanese si è assicurata nel 2021 potrebbero, addirittura, più che raddoppiare nei prossimi mesi. Questo significa garantire risorse adeguate per realizzare quel progetto di città vivibile, attenta alle esigenze del quotidiano e in grado di rigenerare i suoi spazi, che del programma di governo della Giunta Radice è un muro portante. A breve, il problema, per usare l’espressione in voga fra gli addetti ai lavori, sarà mettere a terra questo bendidìo, ossia trasformare le risorse in opere rispettando i tempi dettati dai diversi bandi (ora fissati al 2026 per il Pnrr). Cosa che non sarà facile se il personale dei settori investiti dall’imponente flusso di risorse dovesse restare quello che si occupava di gestire la normale mole di interventi. E allora, per scongiurare il rischio beffa – avere soldi che non si riescono a spendere –, al Governo il dovere di risolvere lo stato paradossale in cui versano gli enti locali: disponibilità per investimenti da New Deal roosveltiano e cappio così stretto alle spese correnti da sfiorare lo strangolamento. Profughi, modello a fisarmonica All’attivo l’amministrazione può vantare la gestione dell’emergenza dei profughi ucraini. Poche parole e molta sostanza sono seguite ai tavoli fra amministrazione, parrocchie, associazioni e forze dell’ordine: la città di Legnano, quale capofila, è stata fra le prime a siglare un protocollo d’intesa con la Prefettura di Milano per dare ospitalità a 150 profughi nei 22 Comuni dell’Alto Milanese secondo un modello “a fisarmonica”, ossia adattabile alle esigenze dettate dai flussi in entrata, e diffuso sul territorio. Istituzioni, privato sociale ma anche privati cittadini hanno così...

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Vecchio: i cattolici nelle Resistenze europee
Armi in pugno contro il nazi-fascismo

Vecchio: i cattolici nelle Resistenze europee Armi in pugno contro il nazi-fascismo

Si intitola “Il soffio dello Spirito” il nuovo volume dello storico Giorgio Vecchio che ricostruisce la presenza dei cattolici nelle formazioni partigiane in numerosi Paesi europei contro i regimi di Hitler e Mussolini. Motivazioni religiose e morali si accompagnavano a sentimenti libertari e democratici. Ci furono forme di Resistenza “civile”accanto a quella operata con il ricorso alle armi Scrivere una storia comparata della presenza dei cattolici nelle Resistenze dei vari Paesi europei: un’impresa complessa, cui si è dedicato a lungo Giorgio Vecchio, già professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Parma, presidente del Comitato scientifico dell’Istituto Alcide Cervi e di quello della Fondazione Don Primo Mazzolari. Vecchio, primo presidente di Polis, ha speso anni di studio sulla Resistenza in Italia, con una specifica attenzione al contributo dei cattolici. Ora vede la luce, alla vigilia del 25 aprile, Il soffio dello Spirito. Cattolici nelle Resistenze europee (Ed. Viella). Un volume basato su un’ampia storiografia in più lingue e sulla rilettura della stampa clandestina, oltre che di svariate testimonianze: ne emergono le vicende di Paesi come Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania, Austria, Cecoslovacchia, Polonia, e naturalmente Italia. La Resistenza, anzi le Resistenze sono state studiate e raccontate dai primi anni del dopoguerra fino a oggi. Quale la specificità di questo suo libro? È vero, possediamo biblioteche intere sulle diverse forme di Resistenza contro l’occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale. Però, quasi tutte non superano i rispettivi confini nazionali. In più, esistono gli ostacoli linguistici. I pochi volumi che hanno un orizzonte europeo (nel senso che trattano le vicende dei vari paesi) sono per lo più riassuntivi, oppure toccano problemi specifici, come per esempio, la politica anglo-americana o il contributo dei servizi segreti alleati. Io mi sono concentrato sul comportamento dei cattolici e sulle loro scelte resistenziali. Per questo motivo ho considerato unitariamente i paesi con una consistente o maggioritaria presenza di popolazione cattolica: quelli dell’Europa occidentale (Francia, Belgio, Paesi Bassi) e dell’Europa orientale (Polonia, Cecoslovacchia). A essi ho aggiunto ovviamente l’Italia, ma anche Germania e Austria, dove la Resistenza antinazista non ha avuto per lo più risvolti armati, ma si è mossa sul piano politico e morale. Ho escluso paesi di tradizione cattolica, ma saldamente ancorati alla politica tedesca (per es. Ungheria e Croazia). È possibile, storiograficamente, “comparare” le forze resistenziali al nazi-fascismo che hanno operato nei diversi Paesi europei? La comparazione è sempre possibile e però deve tener conto di molti fattori. Anzitutto un fattore cronologico, determinato dalle fasi dell’occupazione tedesca: la Polonia è invasa nel 1939, l’Europa occidentale nel 1940, l’URSS nel 1941, l’Italia nel 1943… Esiste poi una cronologia resistenziale differente: i polacchi cercano di organizzare subito uno Stato clandestino, di straordinario rilievo; in Francia, Belgio e...

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Il nuovo Capo dello Stato: una persona perbene,
equilibrata, garante della Carta costituzionale

Il nuovo Capo dello Stato: una persona perbene,equilibrata, garante della Carta costituzionale

Quindici associazioni che si ispirano alle culture politiche dei “padri costituenti” hanno diffuso un documento per “ragionare sul profilo” del futuro Presidente della Repubblica, che sarà eletto a gennaio per sostituire Mattarella. Puntuale l’elenco delle caratteristiche necessarie e una precondizione essenziale: “l’integrità personale attestata da una biografia specchiata” A gennaio il Parlamento italiano sarà convocato per eleggere il nuovo Capo dello Stato, che succederà a Sergio Mattarella. Eletto il 31 gennaio 2015, presta giuramento il 3 febbraio successivo, divenendo così il dodicesimo Presidente della Repubblica italiana. I “grandi elettori” (senatori, deputati e rappresentanti delle regioni) dovranno scegliere una personalità di alto profilo istituzionale che possa degnamente rappresentare tutti gli italiani. Una figura equilibrata, di assoluta e specchiata moralità, che sia anzitutto garante della Costituzione e “arbitro” della vita politica. Scelta non facile, dunque. Anche perché occorrerà trovare una persona che sostituisca un grande Presidente come si è rivelato Sergio Mattarella.   Ragionamenti, non chiacchiericcio In vista del rinnovo della più alta carica dello Stato, quindici fondazioni, centri culturali e associazioni che si ispirano alle culture politiche dei padri costituenti, hanno recentemente diffuso un documento che ha per obiettivo dichiarato quello di “ragionare sul profilo del/della Presidente della Repubblica, l’opposto dello stucchevole chiacchiericcio sul toto nomi”. “Abbiamo apprezzato e apprezziamo il Presidente Mattarella e auspichiamo che chi gli succederà si situi nel solco dell’interpretazione dell’alto mandato da lui offerta”, esordisce il testo. “In un tempo contrassegnato da esuberanti fantasie in tema di riforme costituzionali, noi invece ci riconosciamo nel dettato della Carta circa natura e compiti del capo dello Stato, nonché nella modalità della sua elezione affidata al Parlamento integrato con i rappresentanti delle Regioni”. Fantasie ne sono peraltro già circolate a sufficienza anche sui nomi. Qualcuno più che dignitoso, qualcun altro discutibile… Finalmente si sono anche sentiti nomi di donna (ma non basta fare nomi, bisogna poi votare!). Tra i nomi di fantasia dobbiamo immaginare che ci sia anche quello dell’ex premier Silvio Berlusconi. Ma non si sa mai.   Avviare un reale confronto pubblico Interessante l’elenco dei firmatari: Associazione Città dell’uomo, fondata da Giuseppe Lazzati (Milano), Agire Politicamente (Roma), Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi (Torino), Centro per la Riforma dello Stato (Roma), Centro Studi Giovanni Marcora (Inveruno – Milano), Circolo Carlo Rosselli (Milano), Comitati Dossetti per la Costituzione, Fondazione Achille Grandi (Roma), Fondazione Lelio e Lisli Basso (Roma), Fondazione Nilde Iotti (Roma), Istituto Alcide De Gasperi (Bologna), Istituto Nazionale Ferruccio Parri (Milano), Istituto Vittorio Bachelet (Roma), Movimento Europeo Italia (Roma), Rosa Bianca (Milano). Le realtà firmatarie, espressione del mondo cattolico e laico, si augurano anzitutto “che la discussione circa non già la concreta persona, bensì il profilo del/della Presidente che a breve succederà a Mattarella, non sia esclusivo appannaggio del ceto politico-parlamentare, bensì...

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Polis: il nuovo numero della rivista. E una serata a gennaio sul Sindaco Accorsi

È in distribuzione da oggi il nuovo numero della rivista “Polis Legnano” in cui si affrontano dapprima alcuni temi di carattere politico: le “virtù” da incarnare per costruire il bene comune, filo conduttore del “Discorso alla città” dell’arcivescovo Delpini (con una “puntata” sulla politica legnanese); il delicato passaggio, a gennaio, dell’elezione del successore di Mattarella alla Presidenza della Repubblica; la spinosa questione migratoria e lo spettro di una “Europa fortezza”. Si passa quindi al “cammino sinodale” intrapreso dalla Chiesa cattolica, riletto con un’intervista al gesuita Giacomo Costa. Seguono argomenti più direttamente legati alla città di Legnano con il progetto “La scuola si fa città”, uno sguardo alle Consulte territoriali, il decollo dell’esperienza di Libera con il locale Presidio. Un approfondimento è dedicato a Luigi Accorsi, sindaco di Legnano dal 1961 al 1975. Furono anni intensi per il movimento internazionale dei gemellaggi tra le città, che ebbe tra i massimi sostenitori il sindaco di Firenze Giorgio La Pira e lo stesso Accorsi. Uno studio dello storico Massimo de Giuseppe (Università Iulm Milano) ricostruisce con rigore scientifico quella vicenda e un suo saggio sarà presentato in anteprima proprio a Legnano, con una serata organizzata da Polis (21 gennaio, ore 21, palazzo Leone da Perego). Un altro contributo si concentra sulla vicenda del Milite Ignoto, ricostruita dallo storico Giorgio Vecchio. Quindi due recensioni: una per il libro di Gigi Marinoni sulla Libreria Atala, per quasi vent’anni punto di riferimento della cultura e dell’associazionismo legnanese; l’altra per un volume sui temi dell’economia sostenibile e dell’ecologia integrale, scritto da Bruno Bignami e Gianni...

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Da Accam a Neutalia: ridisegnato il futuro della gestione dei rifiuti nell’Alto Milanese

Comunque vada, si riveli un successo o meno, e a prescindere da ogni valutazione di merito, il percorso che ha portato da Accam a Neutalia ha visto l’amministrazione Radice giocare un ruolo fondamentale per disegnare il futuro della gestione dei rifiuti sul territorio. Coincidono, infatti, i primi nove mesi del sindaco arancione di Legnano con quelli necessari a passare dalla manifestazione di interesse presentata da Amga per il salvataggio di Accam alla firma con cui Gruppo Cap, Agesp SpA e Gruppo Amga hanno dato vita alla newco che, oltre a gestire l’impianto di Borsano, sta già lavorando per realizzare l’obiettivo dell’economia circolare (riciclare più rifiuti, bruciarne e inviarne meno in discarica). Radice ha detto subito no al solo piano di salvataggio della società che avrebbe ripreso semplicemente a bruciare i rifiuti nell’impianto: «Ci interessava trovare una nuova missione per la società, in cui l’attività del termovalorizzatore sarebbe stata un tassello nella gestione dei rifiuti, e non l’unico elemento. Da qui la ricerca di un partner con capacità tecnologiche e finanziarie importanti come Cap, per affiancare Amga e Agesp, e la necessità di proiettarsi in un orizzonte e in una logica di area vasta, ben più estesa dei 27 Comuni soci di Accam. È questo l’unico modo per reggere in un settore, come quello dei rifiuti, in cui necessitano considerevoli investimenti e competenze tecniche sempre più specialistiche». Argomento divisivo per eccellenza da molto tempo a questa parte, Accam, ossia la società che si è occupata della termovalorizzazione dei rifiuti sino al 31 luglio di quest’anno (dall’1 agosto la gestione è di Neutalia), è stata cartina di tornasole fedele della politica locale e dei suoi limiti, con l’incapacità di trovare accordi, di dare attuazione a piani industriali e dimostrare trasparenza. Da qui il cambio di governance da Accam a Neutalia: la politica dà sempre gli indirizzi, ma fa un passo indietro nella gestione societaria, affidata ai rappresentanti delle tre società fondatrici, Michele Falcone di Cap, Stefano Migliorini di Amga e Claudia Colombo di Agesp. Società formata da tre aziende pubbliche, Neutalia è, per Lorenzo Radice, la soluzione per mantenere il controllo del trattamento dei rifiuti in mano pubblica: «Non esiste un’alternativa: si può chiudere la società Accam, ma dato il suo forte indebitamento, non l’impianto di Borsano che, messo all’asta, sarebbe rilevato da un privato che ci brucerebbe quello che vuole». È stato questo uno dei punti su cui si è sviluppato il dibattito con l’unico vero oppositore politico legnanese della costituzione di Neutalia, il consigliere Franco Brumana, convinto della necessità di spegnere l’inceneritore e di conferire ad altri impianti la quota di rifiuti da avviare alla combustione: «La quota di indifferenziata diminuisce costantemente; in Lombardia esistono 13 termovalorizzatori: non c’è...

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Legnano, un anno fa le elezioni comunali
Giunta, destra, civiche: a che punto siamo?

Un anno fa, al ballottaggio del 4-5 ottobre 2020 per la scelta del sindaco di Legnano, gli elettori assegnavano a Lorenzo Radice (centrosinistra) 11.974 voti (54%), e a Carolina Toia (centrodestra) 10.173 voti (46%). Veniva di fatto ribaltato il risultato del primo turno, che aveva visto avanti la coalizione che sosteneva la Toia e a seguire quella dalla parte di Radice. Distaccati, sempre al primo turno, di parecchie misure gli altri candidati sindaco: Brumana, lista civica, 11,8%; Franco Colombo, lista civica, 5,9%; quindi Rigamonti (5Stelle), Rogora (Verdi), Bertolini (Sinistra). Si concludeva così una campagna elettorale lunga quasi un anno, seguita a eventi politici traumatici per la città: l’implosione della maggioranza di centrodestra (inverno-primavera 2019), arresto di sindaco Fratus e assessori Cozzi e Lazzarini (maggio 2019). Poi l’amministrazione affidata a un commissario prefettizio, con – di fatto – una città in stand by. In un anno sono successe parecchie cose. La maggioranza consiliare e la giunta Radice si sono messe all’opera, con – a noi pare così – discreti risultati amministrativi, la definizione e l’avvio di molti progetti, un buon credito guadagnato sul campo, un rinnovato rapporto di credibilità presso la cittadinanza, così pure presso i “mondi vitali” legnanesi, chi fa impresa, chi opera nel volontariato e nel sociale. Tanto resta da fare rispetto a quanto scritto nel programma elettorale: anche per questo il mandato dura cinque anni. Sul versante delle opposizioni s’è invece dovuto purtroppo registrare un atteggiamento “contro”. Scarso rispetto verso l’istituzione (chi segue i consigli comunali lo può ben attestare) e verso i dipendenti comunali. E poi iniziative esplicitamente o implicitamente condotte a tagliare la strada alle associazioni, al volontariato, alle parrocchie, al palio… (basti pensare all’assegnazione dei contributi comunali). Certo, occorre fare le debite distinzioni. L’opposizione di Franco Brumana (Movimento dei cittadini), per quanto inflessibile, è sempre stata argomentata e rispettosa dell’istituzione-Comune. Non così si può dire dei rappresentanti di Lista Toia, Lega e Forza Italia, che hanno dimostrato modesta preparazione amministrativa, uscite improvvisate (generate magari da qualche segnalazione su Facebook), modesta capacità di articolare propri e alternativi progetti per la città. Una coalizione, quella di centrodestra, che non ha ancora tirato le somme degli avvenimenti del 2019 né si è discostata dal passato (non a caso alcuni esponenti della giunta Fratus pontificano ancora dagli scranni del consiglio comunale come se nulla fosse accaduto…). Nel frattempo a destra è venuta meno la spinta “civica”, tanto sbandierata in campagna elettorale: la “civica” Toia ora è capogruppo della Lega; Franco Colombo, che aveva fondato la lista “Franco Colombo sindaco”, è passato alle fila di Fratelli d’Italia. D’altro canto si sono eclissati – o non se ne hanno notizie – altri candidati sindaco e forze che avevano corso per...

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