Il percorso verso le elezioni comunali 2020 di Legnano si è caratterizzato, sin qui, per una dose di incertezza probabilmente inedita. Al momento in cui si scrive non risulta firmato il decreto di convocazione delle consultazioni, sebbene sembri ormai certo che saremo chiamati alle urne fra poco più di due mesi, il 20 e 21 settembre. I partiti di centrodestra, vincitori nel 2017, non hanno ancora ufficializzato il nome per la candidatura a sindaco – negli ultimi giorni la Lega e poi Forza Italia hanno però indicato apertamente la loro preferenza per Carolina Toia – né lo schieramento con cui si presenteranno. Con la definizione di questi aspetti emergerà forse anche una posizione “ufficiale” riguardo alle vicende giudiziarie che hanno visto coinvolti i precedenti amministratori. Per il momento si fanno notare le dichiarazioni di solidarietà nei loro confronti da parte di alcuni esponenti in vista del centrodestra.
Il tutto si inserisce – è forse superfluo ricordarlo – in un contesto emergenziale che ha già causato lo slittamento delle elezioni dalla primavera all’autunno e che ha monopolizzato l’attenzione del pubblico nei mesi passati. Il rischio che l’appuntamento elettorale sia ignorato o ritenuto secondario in un momento in cui ci si deve preoccupare di beni primari, quali lavoro e salute, è più che concreto. L’antidoto a nuovi record di astensionismo potrebbe arrivare, paradossalmente, proprio dallo spirito del tempo così avverso alla politica: il primo turno sarà accorpato al referendum confermativo per il taglio dei parlamentari, che probabilmente richiamerà alle urne elettori altrimenti disinteressati.
Sarebbe quantomeno riduttivo, per i movimenti politici in campo, affidarsi a questa sola evenienza. Recuperare indecisi, delusi, arrabbiati e altre declinazioni di concittadini allontanatisi dal voto è certamente un obiettivo indicato da tutti i contendenti. Nell’area di centrosinistra, il candidato sindaco Lorenzo Radice ha posto alla propria coalizione – composta da Insieme per Legnano, Legnano Popolare, Partito Democratico e riLegnano – una condizione di rinnovamento nello stile e nelle persone che, del resto, non era differibile. Una tappa fondamentale si avrà alla presentazione delle liste elettorali, ma è indubbio che le iniziative sinora realizzate vedano la partecipazione di un numero di giovani e di “volti nuovi” che fa ben sperare.
L’impossibilità di organizzare eventi rodati – dai classici gazebo alla presentazione in pompa magna del programma – unita a un orizzonte temporale improvvisamente più ampio hanno stimolato soluzioni innovative per favorire la partecipazione. Un ciclo di dirette facebook settimanali ha aperto la discussione sui temi programmatici – aree dismesse, cultura, sport, ambiente, ciclo dei rifiuti, salute – a partire dal racconto di esperienze d’eccellenza realizzate altrove. Gli spunti emersi sono diventati nuclei di idee che il tour estivo di Radice nei quartieri sta sottoponendo al confronto con i cittadini. Il risultato finale sarà un programma elettorale che terrà conto di questo dialogo nel declinare in punti concreti le parole-chiave: sostenibilità (ambientale, economica, sociale) e rigenerazione (dei luoghi, delle strutture, delle energie).
Con la firma del Manifesto della comunicazione non ostile – uno dei primi atti pubblici compiuti da Radice, così come dal candidato sindaco dei Verdi Alessandro Rogora – è stata affermata la volontà di condurre una campagna elettorale dai toni propositivi e non aggressivi. L’adesione al manifesto e, soprattutto, il rispetto del suo decalogo sarebbero auspicabili da parte di tutti i candidati e i gruppi. Non è solo questione di princìpi, ma anche di efficacia: riportare la discussione alle proposte politiche farebbe chiarezza in un quadro estremamente frammentato.
Dal sogno – rivelatosi utopia, e non è per forza un male se si guarda appunto alla chiarezza delle proposte – del fronte unico tra le forze all’opposizione nella crisi del 2019 si è passati infatti, un anno dopo, a un’ampia dispersione. Il movimento civico di Franco Brumana è stato il primo a presentarsi, con le primarie di gennaio 2020. Civica è anche la lista di Franco Colombo, mentre il Movimento 5 Stelle con Simone Rigamonti è rimasto fedele alla linea dell’evitare alleanze. Completano il quadro Lucia Bertolini, indicata da La Sinistra – Legnano in Comune, e il già citato Rogora che con Europa Verde – Verdi Legnano ha scelto di correre da solo pur mantenendo un rapporto più che cordiale con la coalizione guidata da Lorenzo Radice.
Guido Bragato