Una enciclica pontificia con una forte caratura sociale e politica: la “Laudato sì” disegna una sorta di “rivoluzione” targata Papa Francesco. L’Associazione Polis propone un dialogo a due voci sul documento che Bergoglio ha dedicato alla “cura della casa comune”, fra “ecologia integrale”, sviluppo sostenibile, tutela dei poveri del pianeta. Mercoledì 7 novembre, alle ore 21.00, presso il Centro pastorale San Magno (Piazza San Magno – Legnano), ne discutono mons. FRANCO AGNESI, vescovo, vicario generale della Diocesi di Milano, e CHIARA TINTORI, politologa della redazione di “Aggiornamenti...
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Cosa succede in Italia? Quale futuro ci attende? Guarda soprattutto in avanti la serata di lunedì 15 ottobre organizzata dall’associazione Polis sul tema: “Dove va il Paese? Il clima sociale e politico in Italia dopo le elezioni del 4 marzo”. Una riflessione, anche in vista delle elezioni europee del prossimo maggio 2019, in un incontro-dibattito con Nando Pagnoncelli, il più noto sondaggista italiano (presidente dell’istituto Ipsos), e politologo. Un invito a tutti coloro che hanno voglia di tornare a ragionare insieme guardando alla realtà attuale, alle azioni del governo giallo-verde e… oltre. L’appuntamento è alle ore 21 all’Oratorio di Santa Teresa in via Canova 4 a...
«Credo che ridere sia una grande cura. Per chi va a lavorare, fare una risata alla mattina fa proprio bene. Ridere ci umanizza». Michele (Mike) Diegoli, milanese, è insegnante di storia e filosofia in un liceo milanese ed è papà di quattro ragazzi. Da mesi sta riscuotendo un successo straordinario con lo spettacolo sulla scuola Oggi spiego. Un monologo a “canovaccio” dove gli unici ingredienti sono un leggio e l’attore-autore. Diegoli sarà a Legnano GIOVEDÌ 27 SETTEMBRE (ore 21, oratorio di San Domenico, via Mazzini 5 – Legnano) su iniziativa dell’Associazione culturale POLIS, proprio per parlare di scuola all’inizio del nuovo anno...
La cronaca sempre più spesso ci racconta di casi estremi, esistenze tribolate dinanzi alle quali familiari, medici o giudici sono chiamati a prendere decisioni talvolta estreme. È possibile definire dei “criteri” di scelta? “Dentro una buona relazione – afferma il bioeticista Picozzi – sarà possibile scoprire la decisione buona” Le recenti vicende che hanno visto coinvolti piccoli bambini e la controversia tra genitori ed equipe sanitaria sulla miglior cura da offrire loro, insieme all’approvazione in Italia della legge sulle disposizioni anticipate di trattamento (Dat) hanno riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica il tema dell’esperienza della sofferenza e delle scelte sul fine vita. Ci proponiamo di offrire alcune riflessioni che possano aiutare ciascuno a maturare un giudizio ponderato. La questione seria: le domande alla fine della vita. Le parole che pronunciamo ci istruiscono sul modo buono di vivere le fasi finali della vita. La vita insegna alla vita. Al “dottore faccia di tutto/non mi/non lo abbandoni” del paziente e dei suoi familiari corrisponde l’impegno del medico: “le prometto che starò dalla sua parte”. “Tu non morrai”: in questa frase si esprime l’attaccamento, la dedizione alle persone a cui vogliamo bene. A queste espressioni fanno da contrappeso queste altre: “non voglio soffrire”, “non fatelo soffrire”; per il medico e gli operatori sanitari possiamo tradurre “fino a quando andare avanti con i trattamenti?” Queste affermazioni, in apparenza contrapposte, esprimono l’impegno da una parte di non abbondonare il paziente e dall’altra parte di non accanirsi, di non ricorrere a trattamenti inutili, rifugiandosi nelle tecnica per non affrontare la domanda che ti chiama in causa quale figlio, genitore, medico. Possiamo ritradurre la diade nel rapporto tra resistenza (al male, alla malattia, alla sofferenza) e resa (ai limiti della medicina e della vita umana). Ma fino a quando resistere? E quando arrendersi? La proporzionalità di un trattamento. Quali i criteri per giudicare una cura non più proporzionata, che diventa quindi legittimo sospendere? Un primo criterio di proporzionalità chiede di integrare gli aspetti clinici con la storia personale del paziente, ovvero il giudizio sulla qualità di vita. Ciò comporta che il giudizio non può prescindere dagli aspetti clinici, dai numeri: è necessario conoscere le probabilità di successo di un intervento insieme alla speranza di prolungamento della vita che esso comporta. Ma se ciò è necessario, non è sufficiente: occorre valutare la ricaduta di questi numeri sulla vita del paziente, a cui prioritariamente compete la decisione finale. Questa dialettica tra dato oggettivo e valutazione soggettiva riconosce che da una parte la valutazione del soggetto non può essere arbitraria (è sempre in riferimento ad una data condizione clinica), dall’altra che applicare modelli teorici a prescindere dalle condizioni effettive del paziente è astratto e non rispettoso della sua persona. Anche nelle...
L’arteria che collega Sempione e autostrada, rinnovata e resa più sicura, sopporta una gigantesca mole di traffico. Le scelte del comune di Cerro potrebbero complicare la viabilità. Più automobili e inquinamento grazie a nuovi supermercati. L’amministrazione cerrese cosa ha in mente? Legnano starà a guardare? Viale Cadorna, la croce di ogni amministrazione legnanese. Ne sa qualcosa Centinaio, che ha faticato sette camicie per dare un volto rinnovato, e soprattutto sicuro, allo stradone che collega il Sempione con l’autostrada e che consente a tutte le auto provenienti dalla provinciale per Inveruno di imboccare la A8. Tutti ricordano le polemiche che precedettero l’inizio dei lavori, polemiche dettate soprattutto dalla preoccupazione che una situazione di congestione già difficile potesse, per gli interventi in programma, peggiorare ancora di più. Quello che in tanti temevano poi non è successo, il viale, che è la porta di ingresso in città, risente comunque dei volumi di traffico che ogni giorno percorrono quella direzione. Viale Cadorna, oltre che oggetto del contendere del dibattito politico legnanese, è stato a lungo oggetto di polemiche e scontri tra Legnano e le amministrazioni vicine di Rescaldina, Cerro Maggiore e San Vittore Olona. Ultimo in ordine di tempo il ricorso al Tar (poi perso dalle due amministrazioni comunali di Cerro Maggiore e San Vittore) in cui sostanzialmente si rimproverava al Comune di Legnano, allora amministrato dal centrosinistra, di non avere coinvolto i comuni vicini nella programmazione e nella progettazione dei lavori di rifacimento del viale di due anni fa. Il ricorso poi, come detto, è stato perso (chissà se quei sindaci hanno fatto ammenda…), ma i Comuni che ricorrevano hanno esplicitato il principio che per le questioni sul traffico nessuno può e deve prescindere dagli altri. Con il Comune di Rescaldina invece la discussione, che ormai data diversi anni fa e risale alle amministrazioni legnanesi di Cozzi e Vitali, verte sulla permeabilità verso nord dello svincolo autostradale: in sostanza il Comune di Legnano ha sempre giustamente negato la possibilità di scavalcare l’autostrada per evitare che il traffico diretto a Rescaldina, al centro commerciale Auchan, e più in generale al basso varesotto percorresse l’asse Toselli-Cadorna che a quel punto sarebbe diventato davvero invivibile. Questo era anche uno dei punti dell’opposizione della Giunta Centinaio al “progetto Ikea” (il grande centro commerciale che sarebbe dovuto sorgere tra Cerro e Rescaldina subito al di là dell’autostrada). Preoccupava infatti l’aumento del traffico che avrebbe portato facilmente al collasso una via che nelle ore di punta è sempre andata in crisi. Oggi probabilmente qualcosa è cambiato o sta cambiando: il Comune di Cerro Maggiore sta trasformando tutta l’area intorno allo svincolo autostradale in un grande centro commerciale che comprenderà, con la realizzazione di un Tigros, anche tutta l’area...
Dopo uno straordinario esordio con il romanzo Fra me e te, presentato anche a Legnano, Marco Erba pubblica il suo secondo romanzo, Quando mi riconoscerai (Edit. Rizzoli), in cui racconta una storia di violenza, amicizia, amore e perdono. Viola è la ragazza più bella del paese di Castenate, e coi gemelli Rodolfo e Italo non ha molto a che spartire, perché lei è la figlia di Giorgio Fontana, il capo dei fascisti, e i fascisti Rodolfo li odia. Ma la seconda guerra mondiale incombe, pronta a travolgere i loro destini. Quasi cinquant’anni dopo, nello stesso paese, Enea e Camilla si incontrano in prima elementare. Enea è composto, educato, sa già leggere, ma il mondo gli fa un po’ paura. Camilla è invece tutta sguardi taglienti e sfacciataggine. Strega, la chiamano alcuni, senza immaginare le ferite nascoste dietro ai suoi silenzi. «Nel mio nuovo romanzo – dice a Polis Legnano Marco Erba – ricordi e frammenti sono niente, ma forse sono tutto. Perché la vita a volte ti toglie ogni cosa, però è anche il regalo più importante che hai. Credo che l’uomo sia fatto di desiderio e ciò che desidera di più è l’amore, la bellezza. L’uomo ha sete di cose belle» Perché è convinto che la vita è sempre “avanti”? «Sto leggendo un libro scritto da un pastore luterano il quale, nella visione di Lutero, dice che l’uomo è corrotto, nasce peccatore e senza la fede in Dio. Questa visione non la condivido, infatti sono cattolico. Credo ci sia il desiderio di Dio, della bellezza, della fede, il desiderio di autenticità e di amore, per questo la vita è sempre avanti. In ogni istante la vita, anche nei momenti più tragici, può donarti questo. Una persona del mio quartiere, che si è occupata di politica per una vita intera, ha sempre creduto nel futuro, di recente è morta di cancro. Anche nella fase terminale della malattia riceveva persone. Uno degli incontri più felici è stato quello con i giovani impegnati in politica. Come se lui, incontrando loro, vedesse che il futuro c’è ancora e che va avanti anche dopo di te. È vero: la vita è sempre avanti! L’idea che il futuro entra in noi prima che accada, così dice il poeta Rainer Maria Rile, è perché noi siamo fatti di desiderio e desidereremo fino all’ultimo nostro respiro. L’ho visto in mio nonno e in tante persone. Questa fame di futuro, questo desiderio, questa ricerca di bellezza che non finisci mai, questa vita che ti può sempre regalare qualcosa di bello fino all’ultimo secondo, mi ha fatto scrivere che la vita è sempre avanti» Per un adolescente togliersi la maschera significa scoprire le proprie ferite e trovare anche...