Un aiuto per sostenere coloro che perdono il lavoro, a causa del coronavirus; un modo per non farli sentire soli in un momento di grande difficoltà. È questa la missione del “Fondo San Giuseppe”, istituito dalla diocesi di Milano in collaborazione con il Comune di Milano. In pochi giorni il fondo ha raccolto oltre un milione di euro (dato all’8 aprile), da centinaia di donazioni, che si aggiungono ai 2 milioni stanziati dalla diocesi e agli altri 2 messi a disposizione dal comune di Milano.
“Abbiamo deciso di creare un fondo speciale per esprimere la nostra prossimità e offrire un pronto soccorso a coloro che a causa della epidemia non hanno alcuna forma di sostentamento – ha spiegato l’arcivescovo Mario Delpini –. Abbiamo chiamato questo fondo ‘San Giuseppe – per la prossimità nell’emergenza lavoro’, affidando il suo funzionamento alla rete dei distretti del Fondo Famiglia Lavoro attualmente in attività. A questa decisione siamo giunti anche per l’incoraggiamento del sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha deciso di contribuire a questo fondo con risorse dell’Amministrazione comunale”.
Le risorse raccolte vengono ridistribuite – già a partire da Pasqua – alle fasce più deboli della vasta diocesi di Milano, di cui Legnano fa parte, allo scopo di disinnescare la crisi sociale che rischia di esplodere dentro l’emergenza sanitaria. Il Fondo San Giuseppe è dedicato ai disoccupati a causa della crisi Covid-19, ai dipendenti a tempo determinato cui non è stato rinnovato il contratto, ai lavoratori precari, ai lavoratori autonomi, alle collaboratrici familiari e altre categorie di lavoratori fragili.
Il Fondo San Giuseppe è affidato a Caritas Ambrosiana che lo gestisce grazie agli operatori e volontari dei distretti del Fondo Famiglia Lavoro. Per accedere agli aiuti le domande devono essere presentate ai centri di ascolto parrocchiali e ai distretti del Fondo Famiglia Lavoro in cui è stato suddiviso il territorio della diocesi (per informazioni, richieste e donazioni: https://www.fondofamiglialavoro.it/).
Oltre ai lavoratori che hanno perso il reddito, Caritas Ambrosiana sta provvedendo, con diverse iniziative, ad anziani soli, famiglie svantaggiate, senzatetto, carcerati (www.caritasambrosiana.it).
In questa fase emergenziale cresce infatti il numero di aiuti alimentari e di famiglie assistite da Caritas Ambrosiana. Dallo scorso 24 febbraio, gli 8 Empori della solidarietà, gestiti nel territorio della diocesi di Milano dalle cooperative promosse da Caritas Ambrosiana, hanno incrementato del 50% la distribuzione di generi alimentari. Complessivamente dei 380 centri di ascolto presenti in diocesi e attivi, un terzo – fra cui quelli di Legnano – riesce a garantire il servizio di distribuzione alimentare nonostante le limitazioni imposte per contenere il contagio.
“Le misure giustamente assunte delle autorità stanno avendo un impatto molto pesante per le persone più in difficoltà – spiega il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti –. Con la chiusura delle scuole, ad esempio, i bambini hanno smesso di usufruire della mensa scolastica, per cui chi veniva a fare la spesa da noi, ha dovuto riempire il carrello di più oppure è passato più spesso. Ma c’è anche chi ha già visto peggiorare la propria condizione economica già al limite della sussistenza”.
“Questo dato ci dice due cose – continua Gualzetti –. La prima è che esiste già un secondo fronte: accanto a quello sanitario ce n’è uno sociale. In questa seconda trincea sono impegnati volontari e operatori che si stanno dando un gran daffare spesso con pochi mezzi e protezioni. Bisogna riconoscere che gestiscono servizi essenziali per una fascia di popolazione particolarmente debole e quindi occorre aiutarli ad andare avanti, distribuendo anche a loro mascherine, guanti, insomma tutti i dispositivi per la protezione individuale che sono necessari. La seconda è che dobbiamo iniziare a prepararci sin da ora ad affrontare la crisi sociale che sta esplodendo dentro questa emergenza sanitaria. Già adesso ci sono categorie più colpite: dai senzatetto a chi va avanti con lavori saltuari. Ma presto arriveranno ai nostri centri di ascolto tutte quelle persone che non potranno usufruire delle misure di protezione che il governo mette in campo, dalla cassa integrazione in deroga ai congedi familiari. Saranno loro a pagare il costo sociale più salato a questa crisi”.
Nel nuovo numero della rivista Polis Legnano, che uscirà subito dopo pasqua, saranno presentate anche le iniziative delle Caritas del decanato di Legnano.