Sta ripartendo la corsa elettorale che determinerà chi governerà la città per i prossimi anni. Il clima a Legnano è di grande incertezza: alla data in cui scriviamo ancora non si conoscono tutti i candidati ufficiali né le coalizioni in campo. Dovrebbe infine registrarsi una competizione tra coalizione del sindaco Centinaio, centrodestra, Movimento 5 Stelle. Più la presenza di liste civiche.

Proprio Centinaio in un recente incontro ha invitato chi lo vorrà sostenere a ripartire con rinnovato entusiasmo: «Da oggi dobbiamo ricominciare a riscrivere l’agenda. È come a fine anno, quando si prende l’agenda nuova: davanti abbiamo un foglio bianco, ma dentro ci portiamo la storia dell’anno passato. Guardiamo al futuro, ma cresciuti con le esperienze dell’anno finito».

Ecco: ripartire, dunque. Questo lo spirito con cui ci auguriamo tutti i candidati vogliano affrontare la competizione in arrivo. Ripartire guardando al futuro – e alle proposte concrete per il futuro – della città e della comunità Legnanese e Altomilanese.

Noi ci permettiamo di dare un solo suggerimento. Ciascuno parta ripensando all’inizio… al “perché” del proprio impegno in politica. Perché dedichiamo noi e il nostro tempo alla nostra comunità attraverso l’impegno politico?
Per noi è essenziale continuare a incontrare persone che rispondono a questa domanda mettendo in secondo piano le aspirazioni personali: persone che trovano gratificazione al proprio impegno nel sapere di aver dato il possibile per la città; donne e uomini, giovani e anziani che guardano alla comunità e al futuro e non al proprio interesse o a quelli di piccole e grandi lobby.

L’Amministrazione uscente ha fatto cose importanti: rimesso ordine nei conti comunali, salvato Amga e 300 posti di lavoro, seguito la vicenda Tosi e salvati altri 300 posti di lavoro, portato trasparenza, colmato buona parte delle problematiche “storiche” ereditate dal passato (si pensi agli insediamenti abusivi di rom, alla riqualificazione del cimitero, piscina, scuole e palestre comunali, alla manutenzione straordinaria di strade e marciapiedi ripresa dopo anni di rinvii) e realizzato opere (conclusione dei lavori al teatro, strada di collegamento all’ospedale, isola fluviale al castello, viale Cadorna …) attese da anni.

Ora è il momento di “calare le carte” e raccontare cosa e come si vuole costruire per i prossimi anni: quale è il sogno e l’obiettivo per la Legnano del futuro?
Il nostro auspicio, al Sindaco Centinaio e a tutti gli sfidanti, è quello allora di giocarsi i (pochi) mesi di campagna elettorale uscendo dalla logica della contingenza, ascoltando i cittadini e progettando insieme la Legnano dei prossimi 10/15 anni; ed evitando il brutto vizio del facile insulto fine a se stesso che aizza gli animi e non risolve i problemi, per guardare lontano. Vorremmo una competizione tra idee e visioni della Legnano del 2030; un confronto tra persone consapevoli di vivere in (e candidarsi a guidare) una città ricca di eccellenze da valorizzare per costruirne il futuro. Qual è in questo senso il programma della coalizione che ha finora governato la città? E quello degli “sfidanti”?

Legnano è una città che in questi ultimi anni è cresciuta, ha acquisito un ruolo centrale e trainante nell’Altomilanese. Con un’Amministrazione – come tutte, non esente da errori o sottovalutazioni – che però si è fatta carico della vita ordinaria delle persone: dei bambini, dei giovani, delle famiglie, delle imprese e del mondo del lavoro. Un’Amministrazione che ha saputo farsi interlocutrice degli ambienti del volontariato e dell’associazionismo, del Palio delle Contrade, degli oratori e delle comunità parrocchiali. Si può ripartire da qui: la campagna elettorale dovrebbe servire per un confronto onesto e civile tra tutti coloro che intendono legittimamente candidarsi a governare per i prossimi cinque anni la nostra Legnano. Da tutti è lecito attendersi atteggiamenti di primaria attenzione ai cittadini, di assoluta trasparenza, di rigore intellettuale, di lungimiranza. È troppo? No, la politica resta il motore della comunità civile, l’ambito della ricerca del bene comune possibile qui e ora, l’agorà della partecipazione democratica, la «più alta forma di carità». Da qui al voto ci auguriamo di sperimentare tutte queste virtù.