Si anticipa l’editoriale del numero di Ottobre/Novembre della rivista associativa Polis Legnano.

Se le previsioni dovessero avverarsi, i cittadini legnanesi sarebbero chiamati alle urne nella prossima primavera per eleggere il sindaco e rinnovare la composizione del Consiglio comunale. La città ha dovuto fare i conti, nei mesi scorsi, con episodi di malapolitica, sfociati in arresti eccellenti (Fratus, Cozzi, Lazzarini), diffusione di imbarazzanti intercettazioni telefoniche tra esponenti del centrodestra, e l’avvio di processi che probabilmente si trascineranno per mesi. Anche perché la Lega di Legnano, che non si rassegna a quanto accaduto, è arrivata persino a fare ricorso contro lo scioglimento del Consiglio chiamando in causa addirittura il Presidente della Repubblica Mattarella, il ministero degli Interni (peraltro a suo tempo occupato dal leader leghista Salvini), il Prefetto e il Comune di Legnano. La Lega – l’ira funesta della Lega legnanese – fa causa ai legnanesi.

Proprio in vista delle elezioni si stanno muovendo liste civiche, nuove aggregazioni, partiti: è possibile che nascano inedite coalizioni. Questo è un bene. Legnano è precipitata in una situazione straordinaria, e ciò richiede una risposta straordinaria. Chi ha a cuore la città – a partire dalle persone più direttamente impegnate in politica, ma anche le forze sociali e ogni cittadino – dovrebbe cercare nuove sintesi politiche e programmatiche, fondate su valori condivisi, per provare a restituire a Legnano un’Amministrazione competente, coesa, credibile, lungimirante.

Legnano è, fra l’altro, una città di dimensioni medie: con i suoi 60mila abitanti va ben oltre la dimensione del paese, dove ancora oggi nel momento elettorale si può contare sul fatto di conoscersi e riconoscersi tutti. La nostra è una città dove molte persone non conoscono i fatti locali, non tutti i cittadini seguono le cronache del territorio né sono al corrente delle vicende di Palazzo Malinverni. Molti residenti votano secondo le tendenze e i leader nazionali, siano essi Salvini o Zingaretti, Di Maio o Conte, Renzi o Meloni. Ciò significa che per affrontare le prossime elezioni la formula vincente non può che comprendere coalizioni in cui si incontrano partiti nazionali con liste civiche locali. Lo sa bene il centrodestra di Legnano che non ha alcuna intenzione di abbandonare – nonostante quanto accaduto – i simboli di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Chi volesse contrastare il ritorno in Comune della coalizione che ruotava attorno a Fratus e Cozzi, dovrebbe quindi intraprendere un serio percorso, da costruirsi attorno a uno o più tavoli di lavoro, che richiede: una piattaforma di valori “alti” (riscontrabili – per intenderci – nella prima parte della Costituzione repubblicana); alcune irrinunciabili priorità di programma, che facciano intravvedere una idea di Legnano moderna, competitiva, aperta. Non è necessario che un programma amministrativo dettagli tutto il da farsi, soprattutto perché in cinque anni di amministrazione sarà la stessa città a cambiare sotto il nostro naso, a mostrare altre esigenze, a richiedere interventi sinora non prevedibili. Di certo serve immaginare in quale direzione si dispiegherà la vita dei legnanesi, quali le esigenze delle imprese manifatturiere e del commercio, quali quelle del volontariato sociale e dello sport… Quali proposte si possono avanzare nel settore della cultura, come affiancare il Palio, in qual modo aprire la città a una dimensione sovracomunale? Per fare tutto ciò, liste, partiti e coalizioni devono tornare a mettersi in ascolto della città, delle realtà vive che operano sul territorio, delle forze di pubblica sicurezza, delle parrocchie, dei protagonisti della vita culturale e sociale.

Sulla questione del leader e candidato sindaco occorrerà invece che questa figura emerga da tale percorso: serve una persona (magari una donna? un o una giovane?) di grande spessore umano, equilibrata, con forte senso del dovere, con estreme capacità di mediazione, con doti comunicative e… fornita di una pazienza infinita. Perché vincere è importante, ma poi viene il difficile tempo del governare.

Legnano, come ci ricorda in questo numero di Polis Legnano il presidente della Famiglia Legnanese, Gianfranco Bononi, deve cercare e scoprire una “nuova identità”, che tenga fede alla sua storia e che sappia al contempo proiettarsi nel futuro. Come sempre, l’associazione Polis in un simile percorso si rende disponibile a portare il suo contributo.