Giochi aperti per formare coalizioni e trovare “facce” vincenti per le prossime amministrative. Qualche nome circola, ma indiscrezioni e slogan non fanno la “vera” politica. Occorrono progetti realizzabili e persone preparate, che incarnino valori alti. Ci possiamo sperare?

È assai probabile che i legnanesi dovranno attendere ben oltre l’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre per sapere chi, e con quali coalizioni, tenterà di conquistare la poltrona di sindaco alle elezioni amministrative del 2017.
Ufficialmente non esiste alcuna correlazione tra i due appuntamenti con le urne, ma l’esito del referendum potrebbe (il condizionale è d’obbligo) portare con sé interessanti ricadute nel panorama della politica nazionale e quindi locale. Sono in molti a sperare che da una eventuale sconfitta del Sì alle riforme si inneschino devastanti ricadute all’interno del Governo Renzi e del Partito democratico: dimissioni del premier, elezioni anticipate, scissione nel partito con conseguente nascita (o rinascita) di altre formazioni politiche… Scenari finora del tutto ipotetici ma non improbabili.
Dovremo quindi attendere ancora un po’ perché partiti e movimenti civici legnanesi si posizionino e scoprano le carte. Probabilmente con l’inizio del 2017 la situazione sarà finalmente chiara su tutti i fronti.
Ma qual è la situazione oggi? Ufficialmente non esistono ancora candidati e alleanze. Ma andiamo con ordine.

Pd e liste civiche:
tanti interrogativi
Sul versante del centrosinistra e liste civiche che hanno governato la città dal 2012 in avanti, il sindaco uscente Alberto Centinaio non ha ancora sciolto le riserve circa una sua eventuale ricandidatura. Recentemente ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornali locali ribadendo concetti già espressi in passato. «Le elezioni sono ancora lontane – ha affermato – e le mie priorità in questo momento sono tutte concentrate sul dare attuazione al programma elettorale nell’interesse esclusivo della città. Come ho già avuto modo di dire più volte, io non sono attaccato alla poltrona e sono disposto a fare un passo indietro nel caso in cui maturasse una candidatura di spessore in grado di far convergere sulla propria figura un ampio consenso non solo delle forze politiche ma anche della cosiddetta società civile, oltre a dare continuità al lavoro avviato in questi anni».
Non è un mistero che all’interno del Partito Democratico locale il dibattito è aperto tra chi auspica fortemente una discesa in campo di Centinaio e chi mostra perplessità, più basate su personalismi che su valide proposte alternative. Le altre forze della coalizione stanno per ora a guardare anche se con alcune distinzioni: “Insieme per legnano” vedrebbe con favore la ricandidatura del sindaco uscente, mentre riLegnano, pur non manifestando critiche al lavoro svolto dall’attuale Giunta, preferirebbe un ricambio generazionale. L’Italia dei Valori è invece comprensibilmente preoccupata di dare continuità alla sua esperienza politica essendo il partito di fatto sparito dalla scena nazionale.
Una cosa è sicura: se Alberto Centinaio decidesse di ricandidarsi, Polis apprezzerebbe questa nuova disponibilità di servizio alla città, che in questi cinque anni ha svolto con competenza, equilibrio e senso delle istituzioni.

Centrodestra e Lega:
torna Maurizio Cozzi?
Tutto tace, ufficialmente, nell’altro schieramento, quello del centrodestra, destra e Lega nord. Dopo l’autocandidatura della consigliera regionale Carolina Toia (Lista Maroni) e la tempestiva stroncatura arrivata dai vertici legnanesi del Carroccio, è seguita una manifestazione di “disponibilità” (sfumatura di non poco conto) da parte del medico leghista Franco Colombo senza però suscitare alcuna reazione da parte dei potenziali alleati.
I ben informati danno l’ex sindaco Maurizio Cozzi ancora intenzionato a tentare per la terza volta la scalata a Palazzo Malinverni. Soluzione gradita da alcuni mondi del centrodestra e da quei salotti che nel lontano 1997 lo avevano scovato e messo in pista. Una sua eventuale candidatura potrebbe essere ben vista, paradossalmente ma non troppo, anche da alcuni settori del centrosinistra cittadino… In questo caso l’esito del referendum di dicembre sarebbe decisivo per rimescolare le carte favorendo un listone civico trasversale in grado di annettere forze politiche che oggi, da sole, farebbero ben poca strada.
Intanto all’interno della Lega Nord si sta lavorando a una soluzione unitaria promuovendo esponenti meno oltranzisti. Non si vuole rischiare il risultato correndo separati come nel 2012. È di poche settimane fa la nomina a nuovo segretario cittadino di Franco Colombo al posto di Mario Proverbio, un “duro e puro” che in passato era arrivato al punto, dalla sua pagina facebook, di invitare coloro che avevano votato Centinaio a presentarsi ai loro gazebo per ricevere quattro “salutari legnate”. Sullo stesso solco si inserisce anche la nomina a segretario provinciale del Ticino del consigliere comunale Gianbattista Fratus, uno dei volti più spendibili nel mondo moderato da parte del movimento legnanese.

Grillini e dintorni
più i vari satelliti…
I più attenti osservatori di politica locale notano da tempo una singolare comunanza di vedute tra alcuni gruppi di minoranza: M5S (Olgiati e Saitta), Sinistra Legnanese (Marazzini) e Per Legnano (gli ex Pd Stefano Quaglia e Tiziana Colombo). Lo si è visto anche durante la lunga maratona che ha preceduto l’adozione della variante al Pgt. Un gioco incrociato di voti a favore di singoli emendamenti, ma soprattutto una evidente sintonia su alcuni temi di fondo. Quanto tutto ciò potrebbe portare a una alleanza elettorale organica è difficile prevederlo, anche perché il M5S non accetta normalmente altri simboli accanto al proprio. C’è poi la variante Marazzini, cioè quanto l’esponente della sinistra radicale sia ancora rappresentativo di questo mondo. In piena estate, Rifondazione comunista ha preso praticamente le distanze da lui scrivendo in un comunicato stampa di non avere più in Consiglio comunale una “adeguata rappresentanza”.
I due esponenti di Per Legnano danno a volte l’impressione di attendere in riva al fiume il passaggio del “cadavere” del Pd per poter successivamente valutare eventuali ritorni a casa. Per ora hanno dato vita al comitato civico “Legnano Futura” che si sta muovendo con abilità fermando l’attenzione su temi trasversali (ambiente, viabilità, trasporti, urbanistica) evitando però accuratamente di entrare nel merito di argomenti più a rischio spaccature, si veda per esempio quelli legati al fenomeno migratorio. In quest’area si collocano, a vario titolo, anche singoli esponenti, fra cui Daniele Berti.

Tra poche settimane
“fuoco alle polveri”
Mentre si attendono le decisioni di chi è già presente sulla scena politica cittadina, ecco che si registrano due novità con l’arrivo di altrettante associazioni che potrebbero diventare prima o poi altrettante liste civiche. Una, “Noi per la Lombardia”, è promossa da ex esponenti dell’Italia dei Valori; l’altra, di area centrodestra, è già presente in alcuni comuni della zona. Insomma, movimenti e posizionamenti in atto in attesa delle grandi manovre.
Di certo si prefigura una campagna elettorale a colpi di baionetta. L’attuale maggioranza dovrà dimostrare agli elettori di aver saputo guidare Legnano verso nuovi orizzonti, sanando le pesanti “magagne” – di vario genere – lasciate da vent’anni di amministrazione destra+Lega. A sua volta chi è stato per un quinquennio all’opposizione mira legittimamente a ribaltare la situazione. Di certo non ci sarà da annoiarsi.
È però almeno lecito attendersi dalla politica locale un salto di qualità. Se ci si fermasse alle schermaglie, agli slogan, alle inutili e trite battaglie di retrovia innescate dai soliti chiacchieroni del web, sarebbe un’occasione persa. Se invece la campagna elettorale che ci porterà al voto della prossima primavera, facesse emergere progetti credibili per il futuro di Legnano, coalizioni pur antitetiche ma essenzialmente orientate al bene dei cittadini, candidati all’altezza di guidare una comunità di 60mila persone, confronti e dibattiti pubblici di alto livello, allora sarà forse possibile veder tornare i legnanesi alla stessa politica. Vincendo le disillusioni e mostrando senso civico e voglia di partecipare. Questo sarebbe il primo, vero risultato, prima e al di là dell’esito del voto del 2017.