Intervista con l’assessore alle Attività educative, che afferma: «Continueremo sulla linea tracciata. Nella scuola legnanese tante persone con voglia di fare». Dal diritto allo studio più di 90mila euro agli istituti cittadini. E col Bilancio partecipativo un doposcuola per i ragazzi che soffrono di dislessia.

Ammontano a 93mila e 500 euro gli stanziamenti deliberati dalla Giunta comunale di Legnano a favore delle attività didattiche. Nelle ultime settimane sono state approvate due delibere, una delle quali legata al Bilancio partecipativo. La notizia offre l’occasione per parlare con il nuovo assessore alle attività educative, Chiara Bottalo, che ha ricevuto il testimone da Umberto Silvestri, il quale ha assunto la delega per i processi partecipativi e la cultura.

Prima le notizie. Il doposcuola per Dsa (disturbi specifici dell’apprendimento, cioè ragazzi affetti da dislessia, disgrafia o discalculia) è un servizio totalmente gratuito per gli utenti che sarà finanziato con 10mila euro in modo da garantire a 15 bambini di poter accedere a lezioni di sostegno organizzate per due giorni la settimana in collaborazione con Ial (Innovazione apprendimento lavoro Lombardia), l’agenzia formativa che opera a Legnano in via Renato Cuttica. «Il servizio è frutto del Bilancio partecipativo e nasce dalla sempre crescente diffusione di questi disturbi e dall’esigenza di un sostegno specifico e individualizzato per sostenere questi bambini nello svolgimento dei compiti pomeridiani – spiega Bottalo –. Al momento, si tratta di un servizio sperimentale che, a seconda del numero di richieste che perverranno e alle risorse disponibili, potrà essere ampliato e, dunque, aperto ad altri ragazzi che necessitano questo tipo di aiuto. Il doposcuola prevede la stesura di progetti individualizzati sulla base dei quali programmare gli interventi educativi di ogni partecipante».
La seconda delibera inerente il “diritto allo studio” prevede un contributo di 72mila euro, che sarà diviso sulla base del numero dei residenti iscritti in ogni istituto scolastico della città per progetti didattici e spese di funzionamento: «Parliamo di un contributo destinato a finanziare progetti didattici scelti dalle singole scuole – aggiunge l’assessore alle Attività educative –; generalmente sono progetti che trattano tematiche inerenti il programma di studio delle classi, ma affrontati con metodologie differenti e innovative. Va ricordato che, all’interno di questo contributo, rientrano le spese di trasporto per le gite e le uscite didattiche. Questa cifra comprende anche le spese per materiale di cancelleria e di segreteria delle scuole».

Foto tratta da Legnanonews.com

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E dopo le notizie, qualche domanda. Assessore Bottalo, come ci si trova da quella parte della scrivania?
«Mi sento una grossa responsabilità. Ho la delega alle Attività educative, questo significa un vasto campo che va dal nido ai centri estivi, all’educazione professionale, a quella degli adulti».

Ha avuto un bel coraggio: moglie, mamma, il suo lavoro, il ruolo di assessore… Le sue esperienze professionali?
«Ho una laurea in Scienze dell’educazione e quindi dal punto di vista delle competenze accumulate mi sento sicuramente più a mio agio con questa delega piuttosto che su altre. Poi con tre figli mi ero già trovata più volte a dovermi interfacciare con l’istituzione scolastica e questo mi faciliterà il compito. Ho potuto maturare sul campo una certa idea di città nei suoi coordinamenti con i servizi educativi che ora cercherò di attuare».

E qual è dunque l’idea di scuola che il suo assessorato vuole far emergere?
«Naturalmente a Legnano si era già lavorato tanto e bene negli anni passati per la scuola e quindi in parte il percorso da seguire è già tracciato. Questo, riprendendo il discorso della responsabilità che sento, mi aiuta, perché intendo seguire il percorso tracciato. L’idea di città che ho maturato e su cui dobbiamo continuare a lavorare va verso quella prospettiva di inclusività in cui i bambini ci insegnano a non fare differenze. Loro sono molto bravi a mostrarci che non ci sono differenze a livello di razze, abilità e capacità. Siamo noi grandi che abbiamo difficoltà e ci spaventiamo. Mi piacerebbe, inoltre, lavorare sul concetto di rete, fare in modo che in città le scuole e le realtà educative si mettano insieme il più possibile per un grande progetto, smettendo di guardare ognuno al proprio orticello».

Lei è arrivata alla delega alle attività educative da coordinatrice del gruppo riLegnano.
«Anche in riLegnano seguivo questi temi e proseguirò senza discontinuità il discorso».

Come ha trovato la scuola legnanese?
«Piena di tante brave persone che hanno voglia di fare, tanta ricchezza.Tanta voglia di fare di più unendo le forze».

E quali sono i progetti che già possono spingere a fare di più e a mettersi insieme?
«Il progetto più innovativo e su cui investiamo molte risorse è il progetto “Progredire”, nato in risposta a un bando della Fondazione Ticino Olona. Il Comune di Legnano è capofila e l’obiettivo è quello di creare una rete (si chiama “R.e.lé”, cioè “rete educativa legnanese”) che comprende associazioni, istituti scolastici di Legnano e i doposcuola parrocchiali che si coordinano tra loro. La cooperativa Stripes ha il ruolo di coordinare la rete, altre cooperative come Padri Somaschi e San Luigi, si faranno carico di azioni concrete, rivolte alla formazione e al sostegno dei genitori e dei volontari. L’obiettivo comune è quello di lottare contro la dispersione scolastica, cercare e attivare protocolli che mettano in relazione le diverse forze per pensare azioni nuove a sostegno degli studenti delle scuole secondarie di primo grado (le vecchie scuole medie, ndr)».

Quali sono i problemi più gravi che si è trovata ad affrontare in questa prima fase del suo assessorato, parlando con i dirigenti scolastici?
«Un problema diffuso è quello dell’edilizia scolastica, ma questo è così dappertutto. Inoltre le risorse sono sempre contate. E c’è un forte bisogno di integrazione di chi è considerato diverso: stranieri, bambini con difficoltà cognitive o familiari, eccetera. Ma fortunatamente le agenzie educative del nostro territorio sono sempre disponibili e attente, alla ricerca di nuove strategie per far fronte alle necessità che, di volta in volta, si presentano».

A proposito di necessità, come è intervenuto il Comune di Legnano per sostenere le nuove tecnologie?
«Sulla digitalizzazione siamo abbastanza avanti. Abbiamo operato già dall’anno scorso in modo che tutte le scuole si dotassero di registro elettronico. Stiamo passando alla rilevazione digitale anche per le presenze in mensa. Tra le proposte del Bilancio partecipativo c’era quella di dotare tutte le scuole di banda larga per le connessioni internet e così oggi stiamo procedendo in questo senso».

Un suo resoconto di questi primi mesi sulla poltrona di assessore?
«Per ora sono soddisfatta, la struttura alle mie spalle è formata da uffici preparati e competenti, il passaggio di consegne è stato eccellente».

Qual è il settore che più le ha dato da fare?
«Sto facendo il giro delle scuole per ascoltare e per capire i diversi problemi. C’è una stretta collaborazione con gli Istituti comprensivi e, forse, è questo il fronte che ci impegna di più, anche perché tali strutture raccolgono diverse fasce di età con esigenze differenti e si rivolgono a bambini in fase evolutiva, che è opportuno abbiano molte attenzioni da parte di tutte le istituzioni».

Nelle scuole legnanesi la presenza di ragazzi stranieri pone problemi di convivenza?
«La mia percezione è che i ragazzi siano già abituati a stare insieme. C’è però la difficoltà di distinguere tra stranieri di prima e seconda generazione: tanti bambini hanno cognome straniero, ma sono nati in Italia. Come amministrazione desideriamo continuare a sviluppare progetti di inclusività. Abbiamo appena stanziato dei fondi che vanno proprio in questa direzione che secondo me rappresenta una priorità».

Ha individuato come assessore un grado di scuole in cui vede maggiormente la necessità di investire risorse economiche e passione?
«Credo che la secondaria di primo grado sia quella più esigente, quella che necessiti di attenzione particolare: i ragazzi sono fragili a quell’età, sono in una grande fase di passaggio, ma il supporto della società spesso viene a mancare. Non c’è continuità con la secondaria di secondo grado e quindi dobbiamo incentivare le attività di orientamento».

Giudizio globale sulla scuola di Legnano?
«Non dirò che siamo bravi, ma mi sembra di poter dare un giudizio positivo»

PIERO GARAVAGLIA